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Giovedì, 23 Aprile 2015 14:25

Centesimo compleanno della prof.ssa Maria Mariotti

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Con l’AC e il MEIC nel cammino del laicato a Reggio nella Chiesa sua madre e maestra,

i cento anni di Maria Mariotti

 

L’AC ed il MEIC di Reggio Calabria-Bova, insieme ad altri organismi ed ambienti idealmente partecipi, danno voce corale al ringraziamento al Signore, che stiamo celebrando nel Risorto, e di riconoscenza fraterna alla prof.ssa Maria Mariotti in occasione del suo centesimo compleanno (18 maggio 2015), a testimonianza tra le diverse generazioni di una grazia ricevuta, quella di avere potuto condividere esperienze di chiesa, di impegno culturale e di servizio nel mondo per tantissimi anni.

Tra gli Storici del Movimento Cattolico 

Rimanere nella Parola (Gv 8,31)

Nella Parola ritroviamo il filo conduttore di qualche cifra significativa dell’ordito e della trama della lunga storia  di una persona cara e di una vocazione così policroma e ricca, per  potere donare, nello spirito di famiglia che nasce dall’alto, con l’affetto e le parole, quel tanto di onore che agli “anziani” dovrebbero sapere sempre riconoscere - e non sempre avviene - la città e la comunità ecclesiale (I Tm 5,17; Tt 1,5; Gc 5,14). 

Per Maria, la Parola con tutta la ricchezza delle Scritture e della Tradizione ha avuto ed ha una centralità fondamentale, fattasi ascolto personale e formazione, riferimento spirituale, liturgico e comunitario festivo  e feriale, oggetto di “settimane” e incontri. Portandola ad attrezzare di Salteri, Bibbie, Concordanze, Padri, dizionari e commentari  sia  la storica casa di famiglia, per il suo nutrimento e per i numerosi “cenacoli” di  preghiera e di studio di tante generazioni cattoliche; sia la Biblioteca Arcivescovile mons. A. Lanza, per il cui riordino e incremento il suo impegno non è mai venuto meno  investendo, in una prospettiva integrata con l’Archivio e il Museo diocesani, con la responsabilità morale e culturale assunta insieme agli amici della FUCI e dei Laureati di AC poi MEIC, energie e sostanze per assicurare alla realtà locale un più qualificato ed organico “ritorno alle sorgenti” della vita cristiana e favorire il “largo accesso” alle Scritture auspicato dal Concilio.

 Guidati da qualche icona biblica richiameremo l’eco di quanto questa Sorella maggiore, che non ha trattenuto per sé i talenti naturali - dal canto all’intelligenza - e i carismi di educatrice, di storica e di tessitrice di incontri e relazioni, ha generosamente donato nella comunione con i tanti, credenti e  non, con cui ha collaborato, spendendosi e talora sacrificandosi per la comunione e l’unità, una delle ragioni ultime del senso della consacrazione della sua vita di donna laica cristiana e di intellettuale.

 

“Abramo aveva cento anni quando generò…” (Gn 21,5 )

“E’ fiorito come palma,/è cresciuto come cedro del Libano,/come albero piantato nella casa del Signore/che continua a fiorire e a portare frutti verdi e rigogliosi anche nella vecchiaia/per annunciare quanto è giusto il Signore, nostra rocca” (cfr. Sal 92,13-16).

Anzianità e vecchiaia costituiscono notoriamente un topos ricorrente della Rivelazione, sia nell’accezione prevalentemente positiva come benedizione e ideale, che come realtà da ammonire e da convertire (Is 65,20; Gv 3,4).

Da antica socia della Gioventù Femminile di AC, FUCI,  Movimento Laureati di AC-MEIC, da donna e laica profondamente radicata e maturata nel carisma dell’apostolato ordinario dell’Azione Cattolica, ha  sempre sostenuto con una seria e argomentata considerazione il valore della “adesione” più che del “tesseramento”. Dopo una generosa  disponibilità, nella stagione della ripresa democratica, all’impegno civile e politico nel primo consiglio comunale cittadino, la  candidatura alla Costituente (non eletta per pochi voti), l’adesione alla Democrazia Cristiana per coerenza morale e ideale con la Dottrina Sociale cattolica, l’impegno nel CIF ed in altre “opere” sociali, da componente onoraria del Tribunale per i minorenni, nella Commissione CEI “Giustizia e Pace”, si è dedicata agli studi di storia della Chiesa, del movimento cattolico e della questione meridionale civile ed ecclesiale, presiedendo per anni la Deputazione di Storia Patria calabrese. Ha contribuito al dialogo culturale (sorpresa lei stessa dell’attenzione e amicizia ricevuta frequentemente da non credenti e “lontani”) ed ecumenico-interreligioso, unitamente al servizio educativo nelle scuole pubbliche e  nelle istituzioni accademiche ecclesiali, anticipando in forme originali la “scelta religiosa” dell’AC. Ha offerto un servizio pastorale instancabile, prodotto scritti e copiosi interventi sull’ecclesiologia del laicato e della chiesa particolare; ha attraversato esistenzialmente e spiritualmente il “secolo breve” e l’inizio del “terzo millennio”, le  grandi stagioni pre e post conciliari del cammino dalla crisi al rinnovamento dell’associazionismo cattolico, con incarichi di responsabilità a tutti i livelli.

Ora testimoniamo alle nuove generazioni, unitamente alla sua lunga stagione della fioritura di attività intellettuale e ricercatrice feconda, lo stile sobrio e delicato dell’essere anziana, nel tempo della maturità vissuto come dono e segno di vocazione e risorsa, consapevolezza della responsabilità degli “adulti” nell’attitudine all’ascolto interpersonale,  all’aiuto formativo e alla condivisione dei bisogni degli ultimi. Tenendo presenti  tanti altri anziani,  nuovi poveri, inedita categoria sociologica nel rapporto dialettico tra classi e generazioni, ci pare che ne provenga un insegnamento significativo  sull’attualizzazione della dimensione intergenerazionale della storia della Salvezza,  dell’amicizia cordiale tra le età della vita, un invito costante a camminare sinodalmente, non solo tra pari e simili ma tra stati di vita, esperienze vissute e  linguaggi molto diversi.

Così la peculiare impostazione associativa di AC e di FUCI-MEIC forma, vive e  promuove socialmente ed ecclesialmente questo aspetto intergenerazionale della vita umana e cristiana,  teologicamente e pastoralmente fondate, diffondendo la speranza e il sostegno alla fatica dell’Occidente invecchiato, dell’Italia senza bambini, del contrasto tra rottamatori giovanilisti e conservatori inariditi, non solo come problematica che investe il mondo del lavoro o dell’INPS, ma come sfida di un patto civile educativo e comunione di fede possibili.

 

Seminario, 1996, Incontro convivialeSiete popolo di Dio” (1 Pt 2,10)

Cresciuta nella spiritualità del corpo mistico, con il Concilio Maria ha abbracciato con convinzione la ecclesiologia “totale” del Popolo di Dio, la comune missione profetica-sacerdotale-regale e la profonda unità tra Parola-Sacramento-Agàpe quale vocazione e missione pure dei laici, nell’armonia tra l’impegno secolare e la ministerialità ecclesiale, collaborando con simpatia in spirito di “obbedienza” e “libertà” con la Gerarchia, senza contrapporre - come proponeva certa contestazione di base e critica teologica anche cattolica o dei “movimenti”- il carisma all’istituzione. Per queste ragioni si è resa costantemente disponibile a collaborare intensamente e senza imbarazzo o clericalismi tra laici e preti, costruendo un esemplare sodalizio, fucina di infinite iniziative, tra gli altri con don R. Lico e don D. Farias o don L. Spinelli o don I. Calabrò. Scrupolosa e fedele agli incarichi di “curia” e attiva negli organismi  consiliari di comunione e partecipazione ecclesiale, ha dato specialmente rilevanza al Consiglio Pastorale e alla diocesanità nella collaborazione con la Chiesa apostolica e l’Episcopato e nella partecipazione convinta alla liturgia del Vescovo, educando insistentemente alla funzione, non solo simbolica e per la religiosità mariana, della nostra Cattedrale, consacrandosi da ultimo nell’Ordo Virginum diocesano. L’amore congiunto per l’universalità e la particolarità della Chiesa, è stato accompagnato da una vocazione spiccata e dalla frequentazione della dimensione interdiocesana, spendendosi in tante direzioni per la realizzazione della “sussidiarietà” e della “solidarietà” nella “collegialità” e cooperazione tra Chiese sorelle, votandosi alla causa dell’unità della Calabria, auspicata pure nel primo Statuto della Regione.

 

Io infatti non mi vergogno del Vangelo” (Rm 1,16): con “parresia” (At 4,13) 

Culturalmente Maria si è formata all’esercizio severo della ragione amica della fede e dell’etica della responsabilità personale nella scuola filosofica dell’Università Cattolica di Milano, attingendo poi a maestri del cattolicesimo italiano pensante a livello nazionale e calabrese, e nella coscienza storica votata alla valorizzazione della storia locale e religiosa in quella universale. Nei suoi interventi franchi, con autonomia di pensiero, radicalità e stile di franchezza  in  numerose conferenze, nelle conversazioni nell’agorà ed in privato traspare la fedeltà alla laicità e all’essere cattolica adulta senza integralismi ma senza complessi, testimoniando nei rapporti con le autorità civili ed ecclesiastiche di  “non vergognarsi del Vangelo”. L’amore per la verità e il senso critico, lo studio serio (valore aggiunto e attuale problema aperto dei progetti formativi associativi e del servizio delle istituzioni formative cattoliche), la cultura, la carità intellettuale, dove la contemplazione e l’azione si saldano e si rinforzano  a vicenda,  sono stati trasmessi  nella crescita di varie generazioni di laici e laiche che ad esempio negli anni 70-80, dopo i loro studi profani, sono stati incoraggiati e sostenuti a studiare teologia e qualificarsi nelle scienze sacre, chi nelle Facoltà Pontificie romane chi  a Messina o Reggio, per poi collaborare con competenza in Calabria e nella Chiesa locale superando ogni riserva verso le istituzioni e la Gerarchia.

Anche nella sua fragilità fisica attuale continua ad essere un punto di riferimento orante e vivo sul piano spirituale e culturale per giovani studiosi  di ogni orientamento religioso e ideologico, ai quali partecipa anche critiche severe e costruttive, mentre prosegue nella sua fatica certosina di documentare fin nei frammenti e negli eventi più particolari la vita delle nostre Associazioni in Calabria. Affinché la memoria comune, documenti e monumenti, beni culturali specie se ecclesiali,  non divengano solo un giacimento archivistico e per addetti, ma svolgano un servizio profetico per il bene comune.

Rimane significativo un episodio di quando ancora i locali della Curia, “casa” del Vescovo,  ospitavano opere di carità,  gruppi e associazioni vivaci e rumorose.  Trovandosi  insieme ad un Gruppo che continuava a tenere riunioni nella calura di una serata estiva, Maria che aveva abituato a  discorsi di grande rigore morale e logico, forte della sua forma mentis neotomista e di buona teoria, sorprese per la inaspettata capacità comunicativa iconica, estraendo dalla sua borsa due oggetti di pietra lavica, un’aquila e una tartaruga,  portati da un viaggio comunitario in Sicilia. Li mostrava meditando sull’esigenza radicale di coniugare le loro qualità e a “sapere mettere insieme il volare alto dell’aquila e il procedere lento della tartaruga”, precisando  che “non si tratta però della lumaca perché la tartaruga ha una corazza che la rende robusta”. E nella pedagogia del suo simbolismo ciascuno capiva che, senza spiritualismo, si stava  in realtà incarnando la lezione sull’identità  e il martirio della vita cristiana e sul compito del gruppo ecclesiale nella storia attuale e nei segni dei tempi nuovi.

Con scarsa mobilità materiale, oggi testimonia la vocazione al dinamismo  dell’apertura ecumenica  e interreligiosa a partire dalla sua abitazione, nella fattiva convivenza quotidiana con due signore Ortodosse, e l’accoglienza premurosa delle riunioni del SAE, rimanendo dilatata spiritualmente all’ecumene e alla mondialità considerate la geografia essenziale della contemporaneità e della fede “cattolica”, per giovani  e adulti.  Quest’orizzonte negli anni più attivi lo ha interpretato incoraggiando i rapporti con l’Oriente Cristiano e le radici bizantine della Chiesa reggina e bovese, i legami con la Comunità cattolica latina di Terra Santa e di Turchia, l’amicizia con le Figlie della Chiesa presenti in Medio Oriente, con don A. Santoro e p. L. Padovese poi martiri della convivenza con l’Islam. In tale spirito ha partecipato con assiduità fino a tarda età ai pellegrinaggi comunitari, riproponendo le radici “Paoline” e l’evoluzione del vicino Oriente e del Mediterraneo,  nelle prospettive di F. Braudel o p. M. Borrmans, insistendo sulla dimensione “glocale” del mondo,  per chi sollecitava a perseverare ad impegnarsi e  radicarsi ancora meglio nella realtà della questione meridionale civile e religiosa.

 

“Il tempo è Grazia”

In questo tempo di prova  ma pure della gioia dei frutti della mietitura (Ap 14,14 ss.),  nella sfida continua dell’esperienza associativa ed ecclesiale di evangelizzati e di evangelizzatori, per i cattolici reggini e le nostre comunità rimangono molti i motivi per continuare a ringraziare il Signore. Nella speranza che non sia dissipata ma custodito e rinnovato il patrimonio di una fertile stagione di seminagione, generosamente maturata nella grande compagnia di altri illustri amici che ci hanno preceduto a servizio del Vangelo e della città degli uomini. Perciò VENERDÌ 22 MAGGIO nella CHIESA DI S. DOMENICO alle ORE 19,00 pregheremo, con e per questa Sorella maggiore.

Ricordando che nella ricorrenza dell’ottantesimo e nel novantesimo di Maria Mariotti sono stati pubblicati scritti scientifici “in onore” e raccolte di testimonianze, si è promosso un pellegrinaggio comunitario sulle orme di San Paolo (At 28,13 ss.) per mare e per terra attraverso Pozzuoli percorrendo la Via Appia passando per Cisterna fino alla Basilica fuori le mura e alle Tre Fontane a  Roma, con la guida del prof. R. Penna e  la partecipazione corale di tanti amici “romani”, ora  sarà gradito alla sua riservatezza e sobrietà che La caratterizza valorizzare il canale “ordinario”, comunitario e “popolare”, del nostro Avvenire di Calabria che ci ospita e che nel prossimo numero  pubblicherà un inserto speciale con voci varie.

                                                                                        Ornella Occhiuto e Giorgio Bellieni