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Mercoledì, 11 Maggio 2016 21:23

Il tutto abbraccia la parte

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Il Convegno nazionale delle presidenze diocesane di Azione Cattolica

Oltre 650 delegati provenienti dalle diocesi d’Italia, in rappresentanza di un’associazione che attraverso più di trecentomila iscritti è presente in  7.000 parrocchie: sono i protagonisti del Convegno delle Presidenze diocesane di Azione Cattolica “Il tutto abbraccia la parte. L’Azione Cattolica nel cammino della Chiesa” che si è tenuto a Roma presso la Domus Pacis dal 29 aprile al 1 maggio. L’appuntamento si inserisce nella scia di riflessioni sull’Evangelii Gaudium per rispondere alle molteplici sollecitazioni di papa Francesco; l’Azione Cattolica si è voluta di nuovo interrogare sul suo ruolo oggi, nella Chiesa e nel mondo, come parte che si mette a disposizione del tutto e che vive per far vivere il tutto;  il Santo Padre ci ricorda infatti che “Il Vangelo possiede un criterio di totalità che gli è intrinseco: non cessa di essere Buona Notizia finché non è annunciato a tutti, finché non feconda e risana tutte le dimensioni dell’uomo, e finché non unisce tutti gli uomini nella mensa del Regno. Il tutto è superiore alla parte”.

Come ogni anno, la nostra presidenza diocesana ha aderito con entusiasmo all’esperienza nazionale: insieme alla presidente Ornella Occhiuto e all’assistente Acr Don Francesco Marrapodi, hanno partecipato ai lavori la responsabile Acr, Caterina Falcone, la vicepresidente Giovani, Brigida Marino, l’amministratore e il segretario diocesani, Domenico Fiasché e Michele Franco.

 

Il Convegno delle Presidenze diocesane si apre con la condivisione di un desiderio che è anche un impegno: essere un’associazione di laici che hanno la volontà di essere parte di un tutto, ricco di legami di vita buona da tessere nella nostra società.  «Vogliamo essere – esordisce Matteo Truffelli, presidente nazionale dell’Azione Cattolica – costruttori di una Chiesa sinodale, che pensa e vive come popolo di Dio. Costruttori di una Chiesa capace di ascolto e dialogo autentico nei confronti della cultura e del clima che si respira nel mondo». Un cammino da compiere alle luce dell’Evangelii Gaudium di Papa Francesco, che disegna il volto nuovo di una Chiesa aperta e in uscita. In questo contesto ogni credente, come parte del tutto, è chiamato a mettere «in relazione le persone - continua Truffelli - , nella  molteplicità delle loro esperienze di vita”. Esperienze che i nostri partecipanti hanno potuto approfondire in cinque mini-convegni sugli snodi più interessanti del nostro tempo: il lavoro, il dialogo interculturale, il dialogo intergenerazionale, il mondo della scuola e l’ambito socio-politico.

 

“È per questo che esiste l’Azione Cattolica – sottolinea Matteo Truffelli-  per contribuire, da laici associati, a fare in modo che il Vangelo sia annunciato a tutti, possa fecondare e risanare tutte le dimensioni dell’uomo, possa unire tutti gli uomini nella mensa del Regno” ed è per questo aggiunge  “che vogliamo continuare a camminare con tutti e per tutti, senza smettere mai di essere popolo”.

L’Ac che si prospetta per i giorni avvenire è quella che Truffelli descrive come una “grande impastatrice, capace di far lievitare il tutto nel quale siamo immersi”, la vita del mondo, delle persone, della società, e dentro di essa, e per essa, “far lievitare la Chiesa”. L’Ac rappresenta infatti  una parte ma non un frammento isolato: una parte che vive per il tutto, e che dentro il tutto vuole concorrere a tenere insieme le parti al fine di costruire assieme a loro qualcosa di importante. In questo senso assume un ruolo fondamentale la valorizzazione della pluralità, la contaminazione delle idee, delle sensibilità, delle esperienze perché ciò che fa la differenza non è la semplificazione ma l’affiatamento.

Il nostro tempo ha il bisogno di veder nascere e crescere “Alleanze”. Ecco una altra parola-chiave. L’associazione può rappresentare in questo senso una risorsa straordinaria sotto tantissimi profili: alleanze tra le generazioni, nel mondo del lavoro, tra cittadini e istituzioni, tra scuola e famiglie, tra chi arriva nel nostro Paese e chi accoglie (superando paure e pregiudizi), alleanze nella Chiesa e in particolare tra laici e presbiteri.

È giusto allora, a conclusione di questi tre giorni di riflessione, riconsegnarci il valore dell’essere associazione. Un valore che non possiamo più dare per scontato, che non possiamo considerare come qualcosa di ovvio di cui tutti sono consapevoli ma che dobbiamo tornare a coltivare con gioia e convinzione nella certezza di non essere soli perché il Signore per primo guida, da sempre e con amore, i nostri passi.