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Domenica, 22 Aprile 2018 15:03

Weekend di spiritualità 2018

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“Gesù Cristo è il caso serio della vita: l’incontro con Lui cambia la vita. Per questo, il servizio educativo deve consistere, innanzitutto, nell’accompagnare le persone a fare esperienza personale del Signore”. Queste parole dell’Arcivescovo mons. Giuseppe Fiorini Morosini hanno introdotto e accompagnato il weekend di spiritualità vissuto dai membri del Centro Diocesano dell’Azione Cattolica reggina-bovese, tenutosi presso la Casa Buon Pastore di Gambarie tra sabato 10 e domenica 11 marzo.

I membri delle equipe diocesane dei settori giovani e adulti di AC e dell’ACR hanno vissuto due giorni intensi di riflessione e preghiera, guidati dal vescovo e dall’assistente unitario don Pasqualino Catanese, cui si sono affiancati gli assistenti diocesani del settore giovani e dell’ACR, don Tonino Sgrò e don Francesco Marrapodi.

Nella prima delle tre meditazioni svolte, padre Giuseppe si è soffermato sull’incontro fra Gesù e la samaritana al pozzo di Sicar, descritto nel capitolo quarto del Vangelo secondo Giovanni. Le parole del Figlio di Dio, ha spiegato il vescovo, vincono, pian piano, la ritrosia della samaritana ad interrogarsi sulla propria esistenza, la inducono ad oltrepassare la dimensione della materialità e ad aprirsi, finalmente, alla ricerca dell’acqua che disseta per sempre.

Così deve essere l’azione dei gruppi ecclesiali: il contenuto di fede non può mai essere ridotto e deve essere annunciato in modo chiaro e nella sua interezza, ma la persona va accompagnata alla comprensione della fede gradualmente, venendo letteralmente “presa per mano”.

“Cristo ci salva accompagnandosi a noi” ha poi soggiunto padre Giuseppe, aprendo la meditazione del sabato pomeriggio: come Lui fece con i discepoli di Emmaus, lenti a capire il mistero della sua morte e risurrezione, allo stesso modo l’annuncio cristiano si concretizza camminando sulle strade degli uomini e abitando le loro città, le loro angosce e i loro dolori, fornendone, però, una lettura diversa da quella data dal mondo.

Il pensiero del pastore si è soffermato, in particolare, sulle inedite sfide etiche in tema di vita e famiglia, che sovvertono non solo la visione cristiana dell’uomo, ma la stessa antropologica classica. Ha poi espresso la sua preoccupazione anche per le problematiche legate al contrasto alla criminalità organizzata che attanaglia il nostro territorio: tale lotta doverosa deve condursi sì con fermezza, ma anche salvaguardando i dipendenti delle imprese colpite da sequestri, confische o interdittive antimafia, che non possono scontare, col sacrificio del proprio posto di lavoro, le responsabilità di chi delinque.

Da ultimo, nella terza meditazione svolta domenica mattina, il presule ha posto l’accento sulla kènosis, ovvero sullo svuotamento di Cristo, a commento del capitolo secondo di San Paolo ai Filippesi. Il sacrificio di Cristo, servo obbediente del padre, ha affermato, deve mettere in guardia dalla tentazione di una fede solo miracolistica o solo contemplativa e intellettuale, che non si nutra di una vita spesa in coerenza col Vangelo, manifestazione di un cristianesimo capace di “destare scandalo” nelle vite comode di molti.

In conclusione, il presidente diocesano Nico Chirico ha ringraziato il vescovo per il tempo prezioso speso assieme all’associazione, segno tangibile della sua vicinanza alle realtà ecclesiali che collaborano alla vita della Chiesa nell’Arcidiocesi.

 

Giorgio Cotroneo