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Domenica, 08 Dicembre 2013 13:23

Le sfide dell'Azione Cattolica

Scritto da  Alessandro Trovato

“Desideriamo offrire luoghi in cui rigenerare la propria fede in Gesù crocifisso e risorto, in cui condividere le proprie domande più profonde e le preoccupazioni del quotidiano, in cui discernere in profondità con criteri evangelici sulla propria esistenza ed esperienza, al fine di orientare al bene e al bello le proprie scelte individuali e sociali”. Queste sono le parole con le quali, nel maggio del 2011, l’Assemblea Nazionale dell’AC si rivolgeva alla Chiesa e al Paese e sono le stesse citate nella recente Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium da Papa Francesco, che ce le riconsegna in tutta la loro attualità. Sì perché l’impegno dell’Azione Cattolica Italiana, anche in questo momento così complesso per il nostro Paese, è quello di aiutare tutte le generazioni a coltivare la vita buona del Vangelo, accompagnare ciascuno a scoprire e a realizzare la propria vocazione, sostenere il dialogo tra ragazzi, giovani e adulti.

Appartenere all’Azione Cattolica significa esser parte di una lunga e grande storia al servizio della Chiesa e della comunità civile. In questa storia ci sono stati alcune grandi figure di santi e beati e numerosissimi “santi nascosti” che hanno percorso, da laici, le strade del mondo portando la luce e la freschezza del Vangelo tra la gente. Ecco che chi appartiene, o intende appartenere, a questa affascinante storia di santità è chiamato ad accogliere tre sfide che hanno una grande valenza sociale.

La prima è la sfida della coerenza tra fede e vita: chi sta in Ac ha innanzitutto a cuore la cura e la crescita della propria fede nel percorso comunitario della Chiesa. In un tempo in cui viviamo a pezzi, siamo divisi tra mille impegni e ruoli, l’AC aiuta le persone, attraverso la formazione permanente, a fare unità, a fare sintesi nella propria vita. Oggi, come sempre, è tempo di coerenza profonda tra fede e vita: o la fede è incarnata e genera stili di vita e scelte permeate da Gesù oppure è sterile. La testimonianza della fede, quindi, deve essere coerente e significativa per provocare gli altri e mostrare in concreto le potenzialità di una vita vissuta secondo il Vangelo.

La seconda è la sfida associativa: chi sceglie di aderire all’AC ne accetta la natura e i fini, ha dei diritti e dei doveri e si impegna a partecipare alla sua vita associativa. In questo periodo storico segnato dalla crisi, sono sempre più evidenti forze disgregatrici, tentazioni egoistiche, modelli personalistici: si cammina insieme (spesso solo a livello virtuale) per brevi periodi di tempo e con chi la pensa alla stessa maniera. Il “noi” dell’Azione Cattolica acquista, quindi, uno speciale valore profetico: l’unità nella ricchezza delle diversità, il dialogo e la fiducia negli altri sono “spazi” che l’Ac è chiamata a dilatare per ritessere legami che incidano positivamente nella società.

La terza è la sfida democratica: chi fa parte dell’Ac vive la sua impostazione democratica come una modalità per tradurre la responsabilità dei laici nella Chiesa e nel mondo, così come chiede il Concilio Vaticano II. La scelta democratica contribuisce a far sperimentare ai soci il valore della corresponsabilità e a educare al senso delle regole nell’associazione e nella società. Difronte alla disillusione dilagante e ai dati sconfortanti sull’astensionismo nel nostro Paese, l’Ac continua ostinatamente a credere al valore di una partecipazione consapevole ed attiva: infatti le procedure e gli organismi democratici non sono “puri fatti organizzativi”, ma luoghi della vita associativa autenticamente formativi, insostituibili scuole di discernimento comunitario e di continuo esercizio di comunione.

Queste tre sfide assumono particolare rilevanza in questi mesi in cui più di 300mila soci dell’Ac vivono a livello parrocchiale, diocesano, regionale e nazionale, con le stesse regole e in stretto dialogo con i parroci e i pastori, il rinnovo delle cariche e delle responsabilità associative. Ovunque, dai piccoli paesi alle grandi città, da Nord a Sud è un fluire di entusiasmo, responsabilità e coinvolgimento che traccia sentieri concreti di speranza anche per la nostra bella ma fragile Repubblica.

 

Alessandro Trovato

Consigliere Nazionale di AC