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Chiesa&Società

Chiesa&Società (72)

Venerdì, 19 Febbraio 2021 21:45

Quaresima digitale - primo incontro

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Mercoledì 17 è stato trasmesso il primo appuntamento dell'iniziativa "Quaresima digitale".

Il nostro arcivescovo, padre Giuseppe Fiorini Morosini, ha condiviso con i partecipanti una meditazione sul brano delle tentazioni (Mt 4, 1-11) e sul Salmo 63. Il prossimo appuntamento sarà il 24 febbraio! Buon ascolto.

 

https://fb.watch/3LPZYIos2v/

Sabato, 03 Agosto 2019 15:39

Solidarietà e vicinanza a don Davide Imeneo

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La Presidenza diocesana dell'Azione Cattolica di Reggio Calabria-Bova esprime solidarietà e vicinanza a don Davide Imeneo.

L’Azione acattolica, da sempre vicina a don Davide con il quale collabora nella sua qualità di Direttore dell'Avvenire di Calabria e al quale è legata per il servizio prezioso svolto da assistente diocesano del Settore giovani, condanna il messaggio lasciato da ignoti presso la sede di Avvenire che sposta il dibattito sulla delicata questione dei diritti civili sul piano di un’inaccettabile violenza verbale.

La linea editoriale di Avvenire sollecita l’attenzione dei tanti lettori - credenti e non - su temi importanti di inclusione sociale e promozione umana dall’immigrazione alla marginalità sociale, dalla politica alla povertà, e lo fa sempre con schiettezza, ma mantenendo toni pacati ed evangelicamente orientati alla misericordia.

A prescindere dalle legittime posizioni riguardo la manifestazione dello scorso 27 Luglio, non può essere tollerato che un articolo che sollecita il confronto e il dialogo con l’Amministrazione venga postato su diversi canali social corredato di insulti sessisti e aggressivi nei confronti dell’autore della nota, don Davide, appunto, e del nostro Vescovo Padre Giuseppe Fiorini Morosini, cui siamo come sempre vicini con affetto filiale.

 

Auspichiamo il ritorno ad un clima di dialogo e amicizia che possa riportare la questione su un piano culturale e di confronto sereno e schietto.

Sabato, 25 Maggio 2019 13:04

Europee, la partecipazione è un dovere

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L'arcivescovo di Reggio Calabria - Bova ha invitato i cittadini al voto in vista delle elezioni del 26 maggio


Ho sentito il dovere come Vescovo di intervenire nell’imminenza di questa competizione elettorale per il rinnovamento del Parlamento Europeo. Nelle precedenti tornate elettorali, ho preferito la via del silenzio per rispettare la vostra libertà e maturità, capace di orientarsi ed esprimere autonomamente il diritto di voto.

 
Con questo mio intervento non voglio negare la scelta del passato, perché non voglio orientare il vostro voto; non ho infatti alcun’aggregazione politica da proporvi. Il dibattito elettorale in preparazione a queste elezioni è stato come non mai così povero di contenuti e meschino nella sua forma da far sperare ben poco nel futuro. Grande assente nel dibattito è stato proprio il tema dell’Europa, i suoi problemi, che sono tanti e gravi, le sue speranze e le sue prospettive, soprattutto nei confronti delle tematiche giovanili.
 

Sì, i giovani: sono proprio loro che credono maggiormente in una Europa unita; sono essi che dovranno beneficiare della nascita di una nuova Europa, più democratica, più unita, più aperta al mondo globalizzato.
Intervengo con questo mio appello solo per ricordarvi la gravità del momento presente e per denunciare certe indegne strumentalizzazioni religiose, portate avanti per guadagnare maggiori consensi.

 

Perciò, ricordando i grandi valori che l’Unione Europea ci ha già dato (assenza di guerre nazionalistiche, facile obiettivo di ogni progetto sovranistico, moneta unica, abbattimento delle barriere doganali, facili scambi culturali per i giovani e tra i giovani), nonostante i limiti e i difetti che possono sempre correggersi, mi permetto di invitarvi ad andare a votare compatti, perché il nostro voto può essere decisivo.

Mai come oggi non si può lasciare in mano di pochi il destino di tutti; a tener conto che l’Europa unita è una prospettiva politica della quale non possiamo fare più a meno, contro ogni forma di nazionalismo. Sarà proprio una Europa unita a difenderci come nazione ad ogni livello, se riusciremo a stare in modo dialettico con la nostra storia e cultura all’interno di questa unione; ad esprimere il nostro voto con maturità e libertà, senza lasciarci suggestionare da pseudo richiami religiosi e da depistanti appelli all’identità cristiana, che non è data dall’ostentazione plateale di segni esterni (rosari e crocifissi), ma dalla volontà di seguire nei fatti il Vangelo di Gesù Cristo.

 Giuseppe Fiorini Morosini

Arcivescovo di Reggio Calabria - Bova


Fonte: L'Avvenire di Calabria

Giovedì, 01 Novembre 2018 17:38

Il buon lavoro che vogliamo

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Il tema della creazione del buon lavoro, ossia del lavoro “libero, partecipativo, creativo e solidale” che è stato l’orizzonte della 48° Settimana Sociale dei cattolici italiani tenutasi a Cagliari quasi un anno fa ’ rimane centrale  anche nella situazione attuale.  Le trasformazioni tecnologiche  e digitali che costituiscono una formidabile innovazione dei processi produttivi  e della loro organizzazione, pongono delle sfide a cui il nostro Paese deve arrivare preparato. Ripercorrendo le proposte emerse dai lavori delle giornate sarde, che – è bene ricordarlo – sono state preparate e celebrate in uno spirito sinodale che ha inteso prendere in considerazione non solo i problemi e le criticità ma anche i punti di forza e le buone pratiche in atto nei diversi territori italiani, è possibile rilanciare tre  questioni oggi particolarmente “scottanti”.

In primo luogo il buon lavoro viene generato da una buona qualità imprenditoriale, dallo sforzo di imprenditori che apprendono  dal confronto con il mercato interno e internazionale, uno stille di innovazione e sanno investire risorse, e per questo hanno bisogno che l’amministrazione sia efficiente e la fiscalità sostenibile. Una contribuzione fiscale più equilibrata e una rimodulazione dell’IVA, commisurata alla capacità produttiva ed innovativa è fondamentale come “spinta gentile” verso gli imprenditori che pretendono di competere solo con strategie che penalizzano il lavoro o il rispetto dell’ambiente.

La fragilità del nostro mercato del lavoro deriva dal divario territoriale tra Nord e Mezzogiorno, ma anche da quello generazionale e di genere: è ancora troppo bassa la partecipazione al processo produttivo di giovani, di donne e di persone che vivono nelle regioni meridionali. In questo senso occorre riqualificare i percorsi di formazione professionale, ripensare le politiche attiva e rafforzare i percorsi di sostegno temporaneo al reddito nella prospettiva di una “inclusione attiva”.  Lo strumento del REI (Reddito di inclusione attiva) è stato superato senza averne valutato opportunamente gli effetti e il reddito di cittadinanza in discussione nella nuova legge di bilancio appare come una misura assistenziale finalizzata ad aiutare persone in difficoltà.  Forse in tal senso occorre ripensare un mix d politiche sociali ed economiche che rimettano al centro la crescita del tasso di partecipazione e di quello di occupazione. Il lavoro, fondamento del nostro patto costituzionale, deve essere focalizzato come obietti centrale delle politiche pubbliche.

In tal senso bisogno – come abbiamo fatto a Cagliari – ragionare non solo a livello nazionale ma soprattutto comunitario, poiché l’integrazione economica e sociale – ancor prima d quella monetaria – è un dato di fatto e si rivelano antistorici  prima che dannosi tutti quei  provvedimenti che pensano di  ragionare in modo autarchico e sovranista. Certamente abbiamo bisogno di un’Unione Europea meno tecnocratica e preoccupata del rigore e più popolare e preoccupata del benessere delle persone.

In ultimo, ma non per importanza, si pone la questione della armonizzazione tra tempi di lavoro e di risposo, ma anche di una differente e innovativa rimodulazione delle attività di cura che devono essere maggiormente riconosciute dai moderni ordinamenti democratici, aiutando le persone a dedicare un tempo più adeguato a “produrre” beni pubblici e  beni comuni che non possono essere assicurati dal mercato né possono essere a carico dell’intervento pubblico. Occorre lavorare per una visione più “civile” dell’economia, del welfare e dell’organizzazione dei servizi pubblici in senso più sussidiario e circolare, scommettendo di più sulla capacità cooperativa  delle persone e sull’innovatività delle piattaforme collaborative e solidali che in questi anni di crisi sono nate come risposta ad un modello capitalistico schiacciato sulla massimizzazione del profitto  a brevissimo periodo e sulla rendita finanziaria.

La povertà – come ha ricordato di recente il rapporto Caritas – è un fatto soprattutto relazionale e di organizzazione sociale e si combatte soprattutto trasformando la visione politica dell’economia e della società.

Giuseppe Notarstefano

 

fonte: Avvenire di Calabria

Lunedì, 15 Ottobre 2018 16:04

Ama il prossimo tuo… È te stesso.

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NOTA DELLA PRESIDENZA DIOCESANA SU ACCOGLIENZA E IMMIGRAZIONE
 
Ama il prossimo tuo… È te stesso.
 
In questi anni l’accoglienza ce l’hanno raccontata i sorrisi, le lacrime, le mani forti, le spalle larghe, i piedi infaticabili, i calci al pallone e il cuore generoso di tanti nostri soci che hanno portato i colori e le storie di paesi lontani nei gruppi parrocchiali e agli appuntamenti diocesani.
 
E lo hanno fatto in virtù della formazione ricevuta in AC e grazie alla quale hanno maturato la consapevolezza che si può essere cittadini del Vangelo fra piazze e campanili (come recitava uno slogan associativo di qualche anno fa) e anche sulla banchina di un porto, fra le mura di una casa di accoglienza o nella piazza dietro le sedi della parrocchia.
 
Se è vero che lo specifico dell’AC è formare le coscienze perché ciascun socio possa rispondere alla propria vocazione particolare nelle scelte quotidiane, è pur vero che in questi giorni di acceso dibattito, proprio quello specifico educativo ci sollecita a dire una parola che rappresenti l’intera associazione.
 
La cronaca recente ci mette davanti ad una questione diversa e ben più profonda rispetto alle eventuali responsabilità dei singoli: il valore dell’accoglienza tout court.
In questo comunicato non intendiamo entrare nel merito di questioni complesse dal punto di vista giuridico ed amministrativo che riguardano la vicenda giudiziaria che vede coinvolto il Mimmo Lucano o i meccanismi specifici della gestione dell’accoglienza a Riace, di questo si occuperanno gli organi competenti. 
 
A noi preme considerare il “Modello Riace” come paradigma di una fraternità fra i popoli possibile.
 
Non possiamo considerare il tema dell’interesse del migrante come secondario in questa vicenda, non possiamo accettare che le persone vengano “spostate”, sradicate, senza tenere debitamente in conto il lavoro di integrazione fatto in questi anni.
 
Con queste poche righe - mutuando lo stile del silenzio operoso delle mani, delle gambe, degli occhi dei nostri soci - vogliamo sollecitare una seria riflessione sull’accoglienza e sul rispetto dei valori non negoziabili del Vangelo, perché ciascuno di noi si senta chiamato a rispondere all’invito secco e netto che Gesù ci rivolge al cap. 25 di Matteo: “Ero forestiero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito” e alle parole del nostro Statuto che all’art. 11 con chiarezza ci richiama “quale associazione ecclesiale di laici” ad assicurare “il proprio apporto affinché nella concretezza delle condizioni storiche venga ricercato e proposto il senso vero dell’uomo e della sua dignità, i valori della vita e della famiglia, della pace e della solidarietà, della giustizia e della misericordia”.
 
Proprio la ricerca del senso vero dell’uomo e della sua dignità, la difesa e promozione della pace e della giustizia, ci spingono a dire che come laici impegnati a costruire la città dell’uomo (con un occhio orientato al Cielo) dobbiamo ribadire il nostro impegno a difesa di ogni persona: dal nostro dirimpettaio al fratello che ha solcato le onde in cerca di libertà, e non fa differenza se è scappato da una guerra fratricida, da persecuzioni religiose o dai morsi della fame.
 
È per questo che la Presidenza diocesana, affermando il primato evangelico dell’amore nei confronti del prossimo e l’attenzione educativa all’altro da sé, invita i responsabili dei gruppi ad orientare i percorsi formativi ancora di più al dialogo e alla condivisione, ad uscire dalle sedi per essere aperti alla missione, all’annuncio e all’incontro.
 
Esorta tutti i soci a guardare all’accoglienza non con il filtro della cronaca degli ultimi giorni, ma con la lente del Vangelo che considera ogni uomo un fratello.
 
È questa l’unica lente possibile per leggere la vita attraverso gli occhi di Gesù, nostro unico modello.
Domenica, 09 Settembre 2018 22:12

Nessuno escluso!

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Di seguito riportiamo integralmente il discorso che il nostro Vescovo ha pronunciato in occasione della processione della sacra immagine della Madonna della Consolazione. Condividiamo con tutti i nostri soci il testo di questo messaggio, esprimendo ancora una volta profonda gratitudine al nostro Padre Giuseppe per la forza e la chiarezza con la quale ha ribadito la verità del Vangelo. Nei nostri percorsi formativi dobbiamo sempre più mettere al centro l'accoglienza, la ricchezza delle diversità, la cura di chi ha bisogno,  il rispetto della dignità umana; dobbiamo amare, amare tutti, "nessuno escluso, mai" ... Maria, madre accogliente e premurosa, educhi i nostri cuori alla bellezza dell'incontro con l'altro!

 


 

Ancora una volta accogliamo in questa piazza la sacra immagine della Madonna della consolazione, che dal suo Santuario scende in città per ricordarci che Ella veglia su di noi, ci accoglie come suoi figli e ci accompagna nel nostro cammino confortandoci e consolandoci nelle nostre difficoltà.

In questa piazza, conosciuta da tutti come “piazza della consegna”, noi, provenienti da ogni zona della città, ogni anno ci ritroviamo come popolo, per accogliere Maria. Sappiamo per fede che ella ha già incontrato ciascuno di noi al momento del battesimo ed ogni anno in questa piazza, ci ricorda la dolcezza di quel primo incontro.

La fede è l’incontro di Dio con l’uomo, e, in nome di questo incontro, essa è anche incontro di persone, che, riconoscendo Dio come Padre, si riconoscono tra loro come fratelli. Tutto ciò da quando Dio chiamò Abramo, nostro Padre nella fede, e lo costituì Padre di una lunga discendenza; di quel popolo facciamo parte anche noi, perché figli ed eredi di quella promessa che, in Gesù, ha trovato compimento. In forza di questa salvezza universale, tutti siamo fratelli. Tutti: nessuno escluso!

Miei cari, mentre ora ci lasciamo incontrare dallo sguardo tenero ed amorevole di Maria, desidero, in suo nome, consegnarvi come elementi di fede, la fraternità universale e l’impegno a saperci accogliere fra di noi. Ve lo ricordo, supplicando la Vergine consolatrice di non far giungere, anche tra noi, come sta accadendo in altre parti d’Italia e d’Europa, il vento della xenofobia: terribile parola che significa odio contro lo straniero e il diverso. La paura degli stranieri, degli immigrati ed il conseguente odio nei loro confronti, è una condizione di vita che non ci appartiene, né come italiani, né come calabresi; noi che, per tradizione e cultura, abbiamo sempre trattato chi è “diverso da noi” con rispetto e amore, con tutto l’aiuto di cui siamo stati capaci e riconoscendo nel suo volto, quello dello stesso Gesù, che ha detto: “ero straniero e mi avete accolto; nudo e mi avete vestito… ”

Con voi, io ringrazio la Caritas diocesana e tutte le altre associazioni di volontariato, che hanno collaborato con abnegazione e senza mai risparmiarsi, per questi fratelli sfortunati; ringrazio le autorità civili e le forze dell’Ordine per il delicato e prezioso servizio di accoglienza di quanti sono sbarcati sulle nostre coste e nel nostro porto.

L’impegno legittimo a correggere tutti gli errori, le storture e gli inganni del fenomeno migratorio degli anni passati, se mai esistiti, non può giustificare l’ondata di xenofobia che sta invadendo l’animo di tanti italiani ed europei.

Miei cari non lasciamoci suggestionare da subdoli ragionamenti semplicistici; non lasciamoci prendere da eccessive paure. Usiamo di più la ragione, la fede e la morale cristiana. La xenofobia non è né ragionevole né cristiana. Non lasciamoci ingannare da chi vuol giustificare questa vergognosa caccia allo straniero come impegno a salvaguardare i valori cristiani. Davanti alla Madonna vi dico, con la forza della fede: questa è una menzogna diabolica.  Quando per difendere la nostra identità diventiamo aggressivi e ci chiudiamo a chi è diverso da noi, vuol dire che la paura ha già attanagliato il nostro cuore e che la nostra identità - di uomini e di cristiani -  si è indebolita, perché ha smesso di aprirsi all’incontro, reciproco e sempre arricchente, con l’altro.

Non dimentichiamo che anche la Madonna è stata profuga in Egitto con Giuseppe ed il piccolo Gesù. Lei ci insegna, in questo momento, cosa significa essere accoglienti e ci esorta a maturare questo spirito, educando in esso le nuove generazioni. Senza accoglienza, senza solidarietà, senza prossimità, senza apertura al diverso, senza il coraggio dell’ascolto, senza la tutela della dignità di tutti, noi condanneremo i giovani a vivere in una cultura disumana e barbara,  che nulla ha da spartire con i grandi valori del progresso e della tradizione culturale e cristiana.

La cultura dell’incontro, di cui questa piazza è segno e monito, deve partire dall’interno delle nostre famiglie, dalle nostre comunità ecclesiali, dai nostri posti di lavoro, dagli ambienti politici dallo sviluppo dell’economia. Incontriamoci ed accogliamoci.

Questo momento sia per tutti noi il segno di una nuova civiltà: quella della reciprocità, della prossimità e dell’accoglienza; di quella civiltà dell’ascolto, del rispetto e dell’amore fraterno che vogliamo realizzare nella nostra città.  Allora sarà davvero festa! E sarà festa per tutti.

La Madonna benedica i nostri propositi e, scendendo simbolicamente in mezzo a noi, prenda nel suo cuore di madre tutte le nostre miserie e fragilità, ma anche i nostri sogni ed i nostri prooositi, e ci conforti; e ci accompagni; e ci consoli. Amen.

Giuseppe Fiorini Morosini

 

Fonte: L'avvenire di Calabria

 

Giovedì, 10 Agosto 2017 10:47

Comunicato di solidarietà

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L’Azione Cattolica diocesana esprime la propria vicinanza a don Davide Imeneo e a tutta la redazione dell’Avvenire di Calabria per il triste episodio intimidatorio verificatosi alcuni giorni fa ad opera di ignoti. 


Nel condividere con il nostro Arcivescovo il dolore per questo deprecabile e vile gesto, con lui rinnoviamo l'impegno ad essere uomini e donne con la schiena dritta e la voce libera, segno di speranza in questa nostra amata e martoriata terra.  


Al direttore dell'Avvenire di Calabria e alla redazione chiediamo di proseguire senza timore nella loro preziosa opera si informazione con la libertà che da sempre li contraddistingue e sapendo di non essere soli nel loro impegno di informazione. 


In questo momento forte di scelte coraggiose e coerenti, l'Azione Cattolica di Reggio Calabria rinnova con forza il proprio impegno educativo per la formazione di laici pronti a servire l'uomo e la società.

Mercoledì, 24 Maggio 2017 22:49

Solidarietà a don Giorgio Costantino

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Dopo le parole di Padre Giuseppe sull'aggressione a don Giorgio Costantino ( leggi su Avvenire di Calabria ) anche il Consiglio diocesano di Ac ha appena espresso la sua vicinanza e solidarietà:

L' Azione Cattolica diocesana in unione di preghiera con la Chiesa locale esprime vicinanza e solidarietà al caro don Giorgio e alla Comunità Parrocchiale S. Maria del Divin Soccorso.
Nel deprecare il vile gesto rinnova l'impegno di leggere i segni di disagio che vengono dal tessuto sociale del nostro territorio raccogliendo le sfide educative che da esso provengono.

Sabato, 18 Marzo 2017 15:12

Vicinanza a don Giuseppe Cosa

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L’Azione Cattolica diocesana vuole esprimere la propria vicinanza e solidarietà a don Giuseppe Cosa e a tutta la comunità di Bocale. In attesa che gli inquirenti sciolgano le riserve su quanto accaduto nella notte tra l’11 e il 12 marzo, non possiamo ugualmente esimerci dal condannare qualsiasi gesto intimidatorio volto a ledere la libera operosità di una comunità, come quella di Bocale, impegnata nel proprio territorio a portare la luce di Cristo a fronte delle tenebre, a volte incombenti, ma mai insuperabili, dell’illegalità. Come Associazione non mancherà la nostra preghiera e la nostra presenza per accompagnare con fede e speranza l’opera pastorale che tutta la parrocchia, guidata da don Giuseppe, continua a portare avanti nella consapevolezza che solo col bene è possibile vincere il male (cfr. Rm 12, 21).

 

Reggio Calabria, 16 marzo 2017.

Il Consiglio diocesano

Giovedì, 23 Febbraio 2017 17:08

Festa del tesseramento di Libera

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Domenica 26 febbraio alle 18.30 presso l'Accademia di Filippo Cogliandro si terrà  la Festa del Tesseramento di Libera.

Martedì, 10 Gennaio 2017 09:45

APER Europe

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Invitiamo i giovani a partecipare all'iniziativa Aper Europe, organizzata dall'Amministrazione Comunale- Assessorato Pol. Europee, volta a far conoscere le opportunità che oggi offre l'Europa.
Diverse le tematiche che saranno trattate: europrogettazione, scambi con i paesi Ue, autoimprenditorialità.

Obiettivo dell'iniziativa è costruire un percorso di formazione e di coinvolgimento diretto di un gruppo di giovani che avvertono la vocazione all'impegno socio-politico, attraverso le grosse opportunità che ci offre l'Europa.

La partecipazione conferirà crediti universitari.

Di seguito il link con i dettagli dell'iniziativa http://www.reggiocal.it/on-line/Home/PrimoPiano/articolo109108.html

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